Alta tensione a Cuba, il popolo protesta chiedendo “pane e libertà”

Il presidente in un appello pubblico chiede di "difendere la rivoluzione" socialista, ma la gente è esausta

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Sale la tensione a Cuba dove la popolazione, esasperata da mesi di fame e pandemia, è scesa in strada in almeno venti città dell’isola per protestare contro un governo che oramai non riesce più a tenere sotto controllo la crisi economica.

Si tratta delle prime grandi manifestazioni di massa scoppiate nell’isola da trent’anni a questa parte; la stampa di tutto il mondo ne parla come di un movimento di massa molto diffuso e capillare che preoccupa il regime, tanto che la polizia ha represso più di un corteo durante questo weekend, soprattutto in Malecon promenade a l’Havana, arrestando decine di persone. L’appello del presidente Díaz-Canel è quello di terminare la protesta contro il governo ed iniziare a “difendere la rivoluzione” socialista.

Ma stavolta non è solo la fame ad esasperare migliaia di cubani: le parole che riecheggiano nelle strade, scrivono BBC, Reuters ed Al Jazeera, sono “libertà”, “unità” e “ne abbiamo abbastanza”, segno che la mancanza di democrazia ha un peso notevole ed esaspera tanto quanto l’aumento dei prezzi, la disoccupazione e la mancanza di scorte alimentari, in aggiunta alla difficile gestione della pandemia. 

Una fonte della Chiesa cattolica in loco racconta che la situazione «è tesa e da ieri in tutto il Paese si scende in strada perchè la gente ha fame»: virus e povertà sono in effetti una miscela esplosiva che ha esacerbato gli animi già provati in questi anni dalle sanzioni economiche e dall’inflazione.

«La cosa grande è che per la prima volta la protesta scoppia in diverse città, non in una soltanto – dice la fonte – Il presidente ha chiesto di difendere la rivoluzione costi quel che costi».

Il presidente Díaz-Canel, in un messaggio televisivo ha attribuito la colpa della miseria e dell’inflazione alle sanzioni imposte dagli Sati Uniti e ha chiesto al popolo di prendere posizione: «i rivoluzionari devono scendere in piazza», ha detto secondo quanto riportato dalla Cnn.

L’appello alla contro-rivolta è stato lanciato, nelle prossime ore si vedrà la reazione del popolo e quella dell’esercito.

L’insoddisfazione e la stanchezza dei cubani covano già da anni: le condizioni di estrema povertà  del Paese, la dittatura e la sua dipendenza dall’embargo, sono una costante che non consente a Cuba di emanciparsi dal circolo vizioso della povertà.