Nigeria, l’allarme dei sacerdoti: «siamo una specie in via di estinzione»

Facebooktwitterlinkedinmail

A fronte di un drammatico incremento di rapimenti, omicidi e violenze, i sacerdoti nigeriani invitano a evitare la reazione violenta.

Secondo i dati raccolti da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), dall’inizio del 2022 nel Paese africano sono almeno 18 i sacerdoti rapiti, cinque nella sola prima settimana di luglio.

La maggior parte di loro è stata rilasciata ma tre sono stati uccisi.

L’Associazione dei sacerdoti cattolici diocesani nigeriani (NDCPA) ha diffuso un comunicato nel quale afferma che «è davvero triste che nel corso delle loro consuete attività pastorali, i sacerdoti stiano diventando una specie in via di estinzione».

Secondo l’NDCPA, «sono stati fatti tentativi per chiedere aiuto al governo a vari livelli, ma come ha già osservato la Conferenza episcopale nigeriana, “è chiaro alla nazione che [il governo] ha fallito nel [suo] dovere primario di tutelare la vita dei cittadini nigeriani”».

I sacerdoti rifiutano esplicitamente qualsiasi risposta che implichi la forza o la violenza e mettono anche in dubbio il presunto beneficio derivante dalla loro partecipazione alle proteste di piazza.

«Il nostro cammino ministeriale consiste nell’annuncio della Parola di Dio e nella celebrazione dell’Eucaristia come memoria di Cristo e della sua missione sulla terra.

Ciò implica che portiamo con noi i libri sacri e non le armi. Cristo non ci ha mai incoraggiato a prendere le armi contro nessuno o a compiere azioni di vendetta».

L’Associazione mette in evidenza l’opera fondamentale che i sacerdoti svolgono nonostante la mancanza di sicurezza: «Nostro dovere è porre davanti all’altare di Dio la gratitudine, la cura, le preoccupazioni e le richieste dei fedeli. Siamo difensori della vita e della pace.

Siamo stati chiamati e inviati a predicare la buona novella ai poveri, a liberare i prigionieri, a liberare gli oppressi, a sanare i cuori spezzati, a fasciare le ferite, ecc. Abbiamo soddisfatto questa chiamata e continueremo».

Per questo i sacerdoti hanno invitato tutti i loro fratelli nel ministero ad unirsi in questi giorni ad un’iniziativa straordinaria di preghiera e digiuno, adorazione eucaristica e recita del ros