Mozambico: quasi un milione di persone alla fame a Cabo Delgado

A dirlo è il World Food Programme, si prevedono altri attacchi jihadisti attorno ad Afungi, isola del gas naturale.

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Sono 950mila le persone ridotte alla fame nel devastato Nord del Mozambico, nella provincia di Cabo Delgado, dove dal 2017 è in corso una guerriglia spietata (definita ‘insurrezione armata’) condotta da milizie locali di derivazione jihadista.

In ballo ci sono i contesi giacimenti di gas naturale, a largo della penisola di Afungi e in altri siti della regione.

La cifra record di quasi un milione di civili in gravissime condizioni umanitarie (senza più scorte alimentari nè medicinali), viene da Tomson Phiri, portavoce del World Food Programme, il Programma Alimentare Mondiale, intervenuto oggi a Ginevra, ad una conferenza stampa.

 Phiri ha descritto uno scenario davvero cupo, in particolare nel distretto di Palma: «quasi un milione di persone soffre la fame. Inoltre, intere famiglie e singole persone hanno dovuto abbandonare i loro averi e le loro case, fuggendo altrove per salvarsi: questo si va ad aggiungere a quanto accade nel Nord, una situazione disperata».

Una delle previsioni più preoccupanti per il prossimo futuro viene dal Think Tank Pangea Risk, che analizza i rischi in Medio Oriente e Africa:  nel mirino delle milizie ci sarebbe anche la città di Quitanda, sempre nei pressi di Afungi.

Chi non muore per via degli attacchi armati (l’ultimo su Palma, che è stata occupata dai jihadisti lo scorso 26 marzo) fugge, chi rimane rischia di non farcela a sopravvivere.

Le vittime della violenza spietata dei jihadisti finora sono oltre 2mila: ad agosto scorso gli al-Shabaab hanno attaccato e preso il controllo della città portuale di Mocímboa da Praia. Da allora, hanno sequestrato diversi villaggi vicini.

Tutta questa violenza ha un’origine economica: occupare terra e prendere possesso dei giacimenti di gas naturale, soprattutto gestiti dalla Total, che rendono appetibile l’intera regione.

Per approfondire cliccare sull’ultimo report informativo dell’agenzia Ocha. 

(Foto di Ilaria De Bonis).