MISSIONARI MARTIRI/ TESTIMONIANZE: l’eredità collettiva di don Roberto

Nella diocesi di Como dopo la morte di don Malgesini il testimone è stato raccolto dalla comunità

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Tra i missionari martiri che la Chiesa ricorderà il prossimo 24 Marzo, con la celebrazione della Giornata indetta dalla Fondazione Missio, non può non essere annoverato don Roberto Malgesini. Prete diocesano di Como, missionario per vocazione.

Don Roberto, dice di lui chi lo conosceva, era un sacerdote attento ai bisogni più concreti e umani degli ultimi e allo stesso tempo molto vicino alla mistica della preghiera.

(Clicca qui per il video su don Malgesini)

«Aveva una teologia semplice – dice l’amico sacerdote don Roberto Bartesaghi, parroco di Tavernola e compagno di messa di don Malgesini – Al mattino presto, quando preparava la colazione per i più bisognosi, viveva un momento intenso di preghiera».

E ancora: «sin da quando ci siamo conosciuti, all’inizio del cammino in seminario, Roberto persona umile, è sempre stato alla ricerca dei tempi con cui poter stare con il Signore».

Ma ora che don Roberto non c’è più, ucciso lo scorso 15 settembre, chi raccoglie la sua eredità? 

Il testimone di don Roberto, dicono amici, conoscenti, parrocchiani e preti, è diventato collettivo.

Questo è “il miracolo del martirio”: i poveri della città non sono lasciati soli, c’è anzi, un’attenzione in più per tutti.

Un dormitorio per persone senza dimora è stato aperto a dicembre scorso nell’ambito del progetto “emergenza freddo”, nei locali dell’oratorio di San Rocco, in diocesi. 

Un’alternativa all’impossibilità di utilizzare anche quest’anno gli spazi del Centro pastorale Cardinal Ferrari di Como, adibiti ogni inverno per lo stesso scopo.

La parrocchia “Beato G. B. Scalabrini”, come spiega l’agenzia stampa Sir, ha stipulato con la Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio un contratto di comodato d’uso gratuito per due anni consecutivi dei locali dell’oratorio.

Un operatore della Caritas diocesana è impegnato come custode e ogni sera sarà affiancato dai volontari per l’accoglienza, mentre uno si fermerà anche per la notte. La struttura, che accoglie soltanto uomini, è organizzata su due piani.

Al piano superiore la grande sala, organizzata con 16 letti, e una camera per l’operatore Caritas. Infine, oltre al bagno, è disponibile un piccolo locale magazzino e deposito temporaneo degli oggetti delle persone ospitate. Sono quindi complessivamente 24 posti letto disponibili, in locali riscaldati e organizzati anche in funzione di tutte le prescrizioni anti-Covid.

Don Bernasconi ricorda che don Roberto è sempre stato a servizio della città, e manifestava «grande attenzione a quei poveri che erano invisibili in città. Lui ha iniziato come vicario parrocchiale, avendo attenzione particolare per coloro che erano ai margini. quando ha incontrato la figura di Madre Teresa se ne è innamorato».

Don Malgesini era «uomo attento ai bisogni degli uomini e allo stesso tempo uomo di Dio».