Carlo Acutis, un ragazzo missionario beato

Facebooktwitterlinkedinmail

Carlo Acutis nasce a Londra nel 1991, dove i genitori si trovano per lavoro. Presto si distingue per la sua intelligenza, le sue capacità, la sua bravura nell’usare internet e la sua passione per l’informatica. E’, come si dice, un ‘bravo ragazzo’, con talento e possibilità. Da subito si sente attratto da Gesù. Chiede, e ottiene, di poter fare la Prima Comunione a soli sette anni. E’ umile, ascolta tutti, non rifiuta il confronto con i compagni di classe, non nasconde le sue idee, non ostenta quello che è: sa tenere insieme amicizie, vita di fede e impegno nel volontariato. Purtroppo muore il 12 ottobre 2006 all’ospedale di Monza a soli 15 anni, a causa di una grave malattia.

Papa Francesco l’ha citato come esempio per i giovani, «modello di santità nell’era digitale». Viene beatificato domani, 10 ottobre, ad Assisi, dove riposa il suo corpo.

Sulla rivista per ragazzi “Il Ponte d’Oro”, all’interno della rubrica “Intervista impossibile”, abbiamo immaginato di porgli qualche domanda. Un modo per presentare ai nostri piccoli lettori la figura di questo ragazzo che è stato missionario sin dalla più tenera età. Riportiamo qui un piccolo assaggio dell’articolo (segnaliamo anche che sul n.4/2019 della rivista, abbiamo presentato la biografia di Carlo Acutis a fumetti).

Carlo, perché a Messa tutti i giorni? Non è usuale per un ragazzo…

Penso che l’Eucaristia sia un’autostrada verso il cielo, ovvero un appuntamento insostituibile durante la giornata per mantenere la rotta, per dare un senso al proprio vivere. Lo considero un appuntamento da vivere non frettolosamente: per questo ci andavo un po’ prima o mi fermavo un po’ dopo, per una riflessione personale, per stare a tu per tu con Gesù. Chiamiamolo un tempo di adorazione.

E poi la tua passione per Maria, la madre di Gesù…

Sì, con il Rosario tutti i giorni. E’ una preghiera bellissima! La dedico alle persone che conosco, agli amici, ma anche ai lontani, al papa, alla Chiesa.

Che rapporto hai con Assisi?

Beh, il mio rapporto con Assisi è speciale. Da quando nel 2000 i miei genitori comprarono una casa nel centro storico, vicino alla chiesa di Santo Stefano, ci venivamo spesso. Lasciavamo Milano, la nostra città, per passare qui il Natale, la Pasqua e lunghi periodi estivi. Non era solo vacanza, la mia. Ho potuto approfondire l’esperienza di vita di san Francesco e ne sono rimasto affascinato.

(foto da pastoralegiovanilepompei.it)