Caritas Italiana: “catastrofe umanitaria” in Bosnia e Rotta Balcanica

Si aggrava la crisi migranti nel campo di accoglienza di Lipa, "serve iniziativa istituzionale immediata".

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«La situazione già precaria dei migranti in Bosnia Erzegovina rischia di aggravarsi ulteriormente sia per il peggioramento delle condizioni meteo, sia per i continui trasferimenti da un campo profughi all’altro, in strutture dove mancano le condizioni minime per una sopravvivenza dignitosa».

L’esito è una probabile “catastrofe umanitaria” che può condurre anche a violenze e gravi tensioni sociali.

Con un comunicato stampa, Caritas Italiana lancia così l’allarme e mette in guardia circa un possibile esito catastrofico della ricostruzione nel campo di accoglienza di Lipa, andato quasi completamente distrutto qualche giorno fa.

«Lipa è però un luogo assolutamente inadatto all’accoglienza, soprattutto in questo periodo invernale – si legge – Era infatti stato chiuso la settimana scorsa perché altamente pericoloso per la vita delle persone che ospitava: è sprovvisto di elettricità, acqua potabile e riscaldamento, in una zona dove le temperature scendono sotto zero. Subito dopo la sua chiusura, un incendio aveva distrutto le poche tende rimaste nel campo».

Le 1.200 persone ospitate al momento della chiusura erano finite per strada senza una sistemazione alternativa.

I tentativi di riaprire l’ex campo Bira (nella città di Bihac) o di allestire l’ex caserma in località Bradina (non distante da Sarajevo) da parte delle autorità locali sono falliti per le proteste dei cittadini e delle autorità locali.

Una situazione quella della Bosnia Erzegovina che riporta l’attenzione di tutti sulla Rotta Balcanica che inizia in Grecia e finisce in Italia o in Austria.

Caritas Italiana avverte: «occorre un’iniziativa istituzionale immediata mettendo a disposizione adeguate strutture di accoglienza che quantomeno offrano un riparo a chi sta rischiando la propria vita».

Fin dal 2015, Caritas Italiana è presente lungo tutta la Rotta Balcanica a fianco dei migranti e a supporto di tutte le Caritas locali (Grecia, Albania, Macedonia, Bosnia Erzegovina, Serbia) che stanno offrendo un sostegno a queste persone, con l’avvio di servizi di accoglienza, supporto psico-sociale, protezione dell’infanzia, tutela dell’igiene, distribuzione di cibo e di beni necessari per decine di migliaia di persone.

Nelle scorse settimane, grazie a un contributo della CEI e una donazione di Papa Francesco, Caritas Italiana e Caritas Bosnia e Erzegovina hanno potuto avviare nuovi servizi nei campi di transito dell’area di Bihac e di Sarajevo, oltre che di distribuire articoli invernali (sciarpe, guanti, cappelli, scarpe) a oltre 1.500 ospiti dei campi.