Burkina Faso, “si teme conflittualità etnica e nuova violenza”

Un missionario spiega come la violenza generi altra violenza e si rischi la giustizia fai-da-te.

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Quanto è successo nei giorni scorsi in Burkina Faso (il massacro di 160 persone da parte di milizie armate) avrà ripercussioni pesanti sul Paese. «E’ probabile anzitutto che il numero degli sfollati interni, che già supera il milione, aumenti ancora», ci spiega al telefono da Ouagadougou padre Paolo Motta, della Comunità di Villaregia.

La paura di altri attacchi e la precarietà di vita spingono infatti le popolazioni locali a lasciare i villaggi poco controllati e a riversarsi in città. 

Ma c’è un altro rischio enorme da tener presente e cercare di arginare, come ci spiega il missionario: ossia la «paura che tutto possa degenerare dal punto di vista etnico: la conflittualità tra etnie è una eventualità molto tangibile, che finora si è riusciti ad evitare».

Il massacro del 4 giugno scorso è il peggiore dal 2015 e rivela tutta la ferocia dei gruppi armati che stanno terrorizzando le popolazioni con lo scopo di allontanarle dalla loro terra.

«Il primo ministro ha dichiarato che questo fatto non resterà impunito – riferisce padre Paolo – ma come fare per punirlo? Non si sa da che parte andare e si rischia una giustizia fai-da-te con rappresaglie spontanee e istintive».

Il timore più grande resta «il rischio di ritorsione e vendetta personale»; che ci si possa organizzare, cioè, con ronde e milizie per andare a colpire l’etnia dei Fulani.

«Si sa che proprio i Fulani hanno più probabilmente delle alleanze con la matrice islamica più radicale ma è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio», dice il missionario.

«Nella capitale Ouagadougu non sembra che ci si renda davvero conto di quanto è successo e non si registrano particolari cambiamenti – prosegue – Per quanto riguarda le ragioni profonde di questi massacri, è molto difficile collegare il colpo di Stato in Mali e gli attacchi violenti in Burkina», anche se non è escluso un lontano rapporto di causa effetto.

Sta di fatto che l’allerta dell’ambasciata francese in tutto il Sahel è molto alta: «in questi giorni abbiamo saputo che l’ambasciata di Francia invitava ad avere mota prudenza in Burkina, e a non uscire dalla città. Le informazioni dei francesi sospettano che ci possa essere una recrudescenza della violenza ma non sappiamo se questo sia collegato o meno ai fatti del Mali».

(foto da wikipedia http://www.flickr.com/photos/32596997@N08 Annabel Symington)